A tutti noi, almeno una volta nella vita, anche solo per scherzo, qualcuno ha mostrato una tavolozza o un foglio bianco sul quale stava una macchia di inchiostro e ci ha chiesto: «Che cosa vedi?». Dal 1921 questa domanda si è aggiudicata un posto nella top ten dei quesiti di psicologia più famosi. Quando difatti si pensa allo psicologo lo si immagina spesso seduto su una grossa poltrona, accanto al lettino del paziente e attorniato lampade dalla luce soffusa, tappeti rinascimentali e librerie ricolme di grossi volumi rilegati ed enciclopedie dai bordini in oro ed argento. Appoggiate sulla scrivania della nostra immaginazione, fisse ad osservarci, stanno le tavole di inchiostro su sfondo bianco. È il Rorschach: uno tra i più famosi test di psicologia.

Ma cos’è e come funziona il test Rorschach?

Il Rorschach è un test di 10 tavole rettangolari a sfondo bianco, contenenti delle macchie di inchiostro. Queste forme casuali si suddividono in:

  • 5 tavole acromatiche (nere e grigie);
  • 5 tavole colorate (due bicromatiche e tre a più colori).

L’utilizzo di questo test consiste nel raccogliere le interpretazioni del paziente riguardanti le 10 macchie di inchiostro: viene appunto domandato al paziente di descrivere tutto ciò che vede nella tavola e tutto quello a cui la tavola potrebbe, in caso, assomigliare. Le risposte del soggetto si formano attraverso uno scambio tra il suo stile e le sensazioni generali che la macchia-stimolo trasmette; È un equilibrio tra ciò che viene percepito e ciò che invece viene proiettato. La tavola influenza i criteri del soggetto e in parte il soggetto “determina” ciò che la tavola rappresenta.

Cosa valuta il Rorschach?

Questo test consente di studiare le varie forme e componenti della personalità: dall’intelligenza (in maniera quantitativa e qualitativa), al funzionamento cognitivo generale; studia la dimensione affettiva, quella amicale, famigliare e quella più intima – quindi si incentra anche sugli stili di relazione. Può indagare gli aspetti legati al ruolo e al genere, effettivi e/o percepiti. Esamina la gestione degli impulsi e, come si può intuire, ricerca i possibili aspetti legati alla problematicità e alla psicopatologia.

Come è nato il test di Rorschach?

Il test delle macchie d’inchiostro lo si deve ad Hermann Rorschach, che nel 1921 pubblicò “Psychodiagnostik”, unico libro da lui redatto dove raccoglieva tutti gli studi e le intuizioni che aveva avuto in dieci anni riguardo lo studio della personalità. Tra questi vi era anche l’analisi delle forme casuali come strumento di indagine. All’interno del volume, difatti, è raccolto il test che rese lo psichiatra svizzero uno dei più grandi cultori della psicologia. Ma il test di Rorschach, pare non sia nato da uno studio matto e disperatissimo della materia, quanto invece dell’amore di Hermann per la poesia…

Il test di Rorschach e la poesia

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Da macchie di inchiostro abbastanza piccole nacque la bella farfalla. Come è avvenuta questa metamorfosi, così io raccomando a Dio la mia anima, piena di macchie. (Julius Kerner)

Ora, per chi non ha ben in mente la sequenza delle macchie, la figura sopra rappresentata potrebbe benissimo far parte di una tra quelle scelte da Rorschach per il suo famoso test; eppure non è così: questa farfalla d’inchiostro fu creata circa 50 anni prima che Hermann Rorschach nascesse. A darle la vita fu il medico, scrittore e poeta tedesco: Justinus Kerner. Kerner visse tra il 1786 e il 1862 e fu il fondatore di quella che viene chiamata kleksografia, ovvero l’arte di produrre un’immagine piegando il foglio contenente macchie di inchiostro.

Ai tempi, difatti, lo studioso tedesco era diventato famoso per la pubblicazione del libro “Klecksographien”, un volume che conteneva al suo interno delle macchie simmetriche, modificate dalla pittura ed accompagnate a una serie di poesie – come quella della farfalla. Il piccolo Rorschach se ne innamorò ❤ .

Un bambino con la passione per le macchie e la poesia

Ebbene, si racconta che il piccolo Hermann Rorschach da bambino si divertiva tantissimo ad utilizzare la kleksografia di Kerner, ricreando a sua volta tantissime immagini!! Hermann si divertiva a dipingere fogli su fogli distribuendo in modo casuale macchie di inchiostro su fogli che po piegava a metà. La sua passione era così grande che i suoi amici gli diedero persino il soprannome di “Klecks”, ovvero “Macchia”. Si può dire con molta simpatia che il destino di Hermann era ormai segnato! 😆 Con il passar degli anni, interessandosi prima alla medicina ed in seguito alla psicologia (con particolare attenzione ai lavori di Freud sul simbolismo e sui sogni,) Rorschach integrò quello che era il suo hobby giovanile con la sua professione.

Fu così che dalla poesia nacque il Rorschach, uno dei pilastri della testistica psicologica.

A presto,
Giuseppe M.