Saper comunicare, saper esprimersi e soprattutto saper ascoltare sono capacità fondamentali. Spesso, quasi sempre, saper comunicare fa la differenza: a lavoro, a casa, in famiglia. Nella coppia, come in gruppo, da soli, nella natura, con noi stessi… ogni occasione della nostra esistenza ci permette di essere interconnessi. Riuscire a cogliere le sfumature, le intenzioni, tutte le informazioni che il mondo (interno ed esterno) ci offre è un’opportunità. Come ogni occasione, però, non sempre è facile da cogliere.

Per riuscirvi serve:

  • Consapevolezza;
  • Allenamento.

In questo articolo parliamo della consapevolezza nell’atto del comunicare, ovvero, come riuscire a cogliere quelle modalità di parlato ed ascolto che possono migliorare il nostro stile comunicativo, i nostri confronti le nostre relazioni.

Saper parlare ed ascoltare, ma come?

Personalmente non amo le mappe concettuali: tutti gli schemi che incasellano la personalità li trovo un po’ “stretti”. Tuttavia, metodo di raggruppamento può aiutare ad orientarci. Le categorie, insomma, possono darci una mano nell’impratichirci per poi – in un secondo momento – muoverci in modo più flessibile lungo la materia di studio.

Comunicare? Quanti modi ci sono?

Proprio per questo, per fare esercizio sulla comunicazione, ho pensato di proporre la metodologia di parlato/ascolto di Otto Scharmer, docente senior presso la Sloan School of Management, Massachusetts Institute of Technology, e co-fondatore del Presencing Institute. Scharmer ha suddiviso i differenti stili comunicativi in 4 macro-categorie. Questa suddivisione può aiutarci a capire dove siamo forti e dove invece dobbiamo migliorare; può farci riflettere sul nostro metodo comunicativo e su quello di chi ci sta affianco; infine – soprattutto con la quarta categoria – Scharmer invita tutti a fare un passo in più nel meraviglioso campo della comunicazione!

4 modalità per ascoltare e parlare (l’ultima è davvero speciale)

Quale modello comunicativo utilizzare?

Qual è il modello comunicativo migliore?

Ogni modalità comunicativa ha pro e contro. Utilizzare il downloading o il dibattito può aiutare ad affermare una posizione, gerarchizzare un discorso e fissare punti e limiti; tuttavia – se utilizzato in modo assoluto tende a fossilizzare la realtà, impoverendo il confronto e depauperando ogni slancio verso il nuovo.

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Viceversa, il dialogo e il presencing aprono le porte dell’esperienza a nuovi scenari, si affacciano al cambiamento e abbracciano la co-creazione; se portati all’estremo rischiano tuttavia di disarcionare l’identità personale e perdersi nella trascendenza più vaga.

Insomma, tutti e quattro i modelli sono utili. Ognuno di noi può usarli tutti e (forse) deve allenarsi all’uso di ognuna di queste strategie. L’importante è quella di sapersi muovere con equilibrio all’interno del contesto comunicativo. Per questo è necessario conoscere, avere consapevolezza, elasticità e rispetto di sé stessi e degli altri.

A presto,
Giuseppe M.