È possibile chiedere e domandare senza farsi cogliere dalla rabbia o dal panico?

Quando la situazione sfugge di mano, può capitare di perdere il controllo. Durante una discussione accesa o uno scambio di opinioni, che per qualche motivo, vengano toccate delle corde tese. In quei casi, la tensione e la rabbia possono salire; ma anche l’ansia e il panico. Certe volte l’ira è così forte che rischiamo di far saltare la conversazione, oppure possiamo sentirci tanto tesi da non riuscire più a parlare!

In che modo, allora, risolvere una situazione simile? Come formulare una domanda senza farsi prendere dalla rabbia? Come trovare il coraggio di chiedere senza agitarsi troppo? Ti racconto una metodo molto efficace.

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Passa dalle parole ai fatti!

Mauro e la domanda difficile: la rabbia e il panico!

Qualche tempo fa ho incontrato Mauro in studio a Stradella. Era preoccupato, agitato e scontroso. Non riusciva a risolvere una situazione complessa sul posto di lavoro:

Come sa, Giuseppe, ho due figli. Qualche tempo fa ho deciso di lasciare il vecchio lavoro per uno nuovo – più stimolante e meglio retribuito. Ciò che mi aveva convinto al cambiamento era la fiducia che riponevo nel nuovo datore di lavoro e il tipo di contratto: finalmente un contratto a tempo indeterminato!

Così aveva esordito Mauro: lo vedevo scosso, poco sereno. Gli chiesi quindi di proseguire:

Ebbene, dottore, l’altro giorno sono andato per firmare il contratto. Ero davvero entusiasta, non vedevo l’ora! Ma quando ho letto l’accordo mi sono sentito male. Sul foglio c’era una formula a tempo determinato: un anno di lavoro. Lì sul momento ho firmato, senza parlare. Cosa potevo fare? Avevo appena lasciato il vecchio impiego, mia moglie mi aspettava a casa con i bimbi ed io ho bisogno di portare a casa il pane… Ho firmato, sì, ma non immagina neppure il mio dolore. Mi sentivo davvero perduto!

Questa è la storia di Mauro, o meglio l’incipit. Davanti a me c’era una persona molto agitata, davvero arrabbiata e con tanta angoscia. Il suo bisogno era quello di capire come mai, perchè era accaduto tutto questo: dentro ribolliva di collera, una tensione che era palpabile. Nonostante ciò, il desiderio di trovare una soluzione e l’attaccamento alla famiglia sono stati una leva per introdurre questo strumento efficace: la domanda assertiva!

La domanda assertiva: un modo di chiedere che promuove il confronto

Ho suggerito a Mauro di chiarirsi con il suo capo utilizzando una strategia, chiamata “domanda assertiva”. L’assertività è una tecnica comunicativa che abbassa il livelli di rabbia o di panico, promuove l‘ascolto attivo e un confronto chiaro ed efficace, sottolineando emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l’interlocutore.

Mauro, proviamo a pensare alla sua situazione. Ora lei è confuso. Questa confusione deriva dal fatto che era convinto della possibilità di un contratto a tempo indeterminato e dall’idea che si era fatto del suo capo: una persona di parola, salda nei propri principi. La rabbia è una risposta a questo stato di smarrimento, come del resto anche l’ansia. Vorrebbe trovare una risposta, ma vede tutto nero per via di questa forte tensione. È quindi possibile, secondo Lei, ridurre questi livelli di collera e panico utilizzando una strada differente dallo sfogo? Pensa che potrebbe essere efficace formulare, anziché una denuncia scontrosa, una sincera richiesta di aiuto? D’altronde, quando si ha un problema al quale non si trova una soluzione, qual è il miglior modo per affrontare la difficoltà se non chiedere aiuto?

Ho salutato così Mauro, suggerendogli di trasformare il disagio in una richiesta di supporto, lo sfogo in un momento di confronto, il clima di rabbia e panico in una situazione solidale. Infine, gli ho consigliato due letture:

  • “Come trattare gli altri e farseli amici”, di Dale Carnegie
  • “Una vita da favola.”, il libro che ho scritto di recente – un manuale di psicologia generale scritto in modo semplice e pratico!

Domandare e richiedere senza rabbia o panico: i risultati di Mauro

Dopo qualche settimana Mauro è tornato in studio. La sua stretta di mano era più energica, sul volto aveva un grande sorriso:

Dottore, sono in uno stato di grazia. Io sto vivendo davvero uno stato di grazia assoluta!

Queste parole mi hanno sinceramente commosso. Ho chiesto allora a Mauro cosa fosse accaduto:

Non ci crederà mai, io non riesco ancora a crederlo! Ho ascoltato il suo consiglio e cominciato a leggere i libri che mi aveva proposto. Qualche giorno dopo ho parlato con il mio nuovo capo. Gli ho detto: «Mi perdoni XXX, vorrei parlarle del contratto di lavoro. L’altro giorno, quando ho letto che era di un anno mi sono sentito un po’ confuso e in difficoltà. Avevo inteso che l’offerta fosse per un contratto a tempo indeterminato, così mi sono trovato in una situazione difficile da gestire – perchè probabilmente devo aver capito male io. Sono difatti certo della sua buona fede e dei principi sui quali basa il suo lavoro, non avrei accettato altrimenti l’incarico, per cui penso proprio di aver malinteso il nostro primo colloquio. Mi dispiace e mi scuso, mi chiedevo se possiamo assieme trovare una soluzione…»

Mentre mi raccontava come aveva gestito il momento di ira e di panico in modo così assertivo, Mauro era davvero orgoglioso di sé. Glielo si leggeva in faccia.

Ebbene, dottor Marino, il giorno dopo non ho fatto neppure in tempo ad entrare a lavoro che il capo non solo mi ha fatto trovare sul tavolo un contratto a tempo indeterminato, ma mi ha offerto una posizione superiore a quella proposta inizialmente! Non ci volevo credere!! Bellissimo! Ora mi sento vivo, sereno e ricco di responsabilità, ma di una responsabilità sana e riconoscente.

L’ingrediente segreto per chiedere e domandare senza rabbia o panico

La domanda assertiva è molto efficace. Spesso ne insegno le tecniche ai corsi di formazione; la sua potenza crea una forte aurea positiva. Riuscire a trovare il confronto, la condivisione e la comunione è alla base di una vita serena e ricca di frutti. C’è però un ingrediente segreto: un elemento fondamentale perchè questa formula magica possa fare effetto. Mauro me l’ha ricordata:

Sa dottore cosa penso? Che quella frase sia stata tanto efficace perchè ci credevo veramente! Non volevo raggirare il mio capo, non volevo ingraziarmelo o fregarlo! Io ho riflettuto su me stesso, sui motivi della mia rabbia e della mia ansia. Ho pensato che se ero tanto confuso era perchè davvero credevo di avere davanti a me una persona estremamente valida. Così ho deciso di rimanere fermo su questa immagine estremamente positiva del mio capo. La vita mi ha confermato la mia opinione perchè io per primo ci ho creduto!

Ecco, allora, la formula magica: crederci! Credere davvero nelle parole che si dicono, nelle domande che si formulano, nelle richieste che si fanno. Se si prova a raggirare, circuire, imbrogliare tutto ciò non funzionerà. L’assertività fonda le sue radici nella gentilezza della relazione, devi crederci perchè i frutti nascano e maturino. Devi trovare la forza di scavalcare le lamentele e i giudizi! Chiedi aiuto, trova il coraggio di esporti, la volontà di condividere. Spezza le catene: dovere e volere hanno spesso il confine incerto.

Prendi in mano la tua vita e attraverso questi passaggio la domanda assertiva funzionerà in modo davvero efficace, aprendoti a panorami soleggiati che neppure ti aspettavi d’incontrare!

A presto,
Giuseppe M.