Cos’è la depressione? Quali sono i sintomi del disturbo depressivo maggiore?

Tante volte mi capita nella pratica clinica di supportare persone, giovani e adulti, che affrontano un periodo particolarmente buio, dal quale hanno difficoltà ad uscirne perchè non vedono un futuro. La depressione, difatti, è un muro alle possibilità che saranno: mette un freno alla vita e la costringe in uno stallo perpetuo. Ma come possiamo capire cosa significa essere depressi? 

Io ho trovato un libro che racconta davvero molto bene questa guerra contro il disturbo depressivo maggiore.

La depressione: in prima linea come i soldati!

La lettura, come tutte le forme d’arte, è un prezioso strumento per avvicinarci a sensazioni e modi di esistere per noi sconosciuti, desiderati o pericolosi. Leggere è un modo per incontrare le passioni ed i tormenti dell’essere umano, con la sicurezza di potersene scostare una volta chiuso il libro.

Hai mai letto “Il deserto dei Tartari”, di Dino Buzzati? A parer mio è un libro splendido e psicologicamente molto maturo. Senza spoilerare nulla che possa intaccare il tuo piacere della lettura, il deserto dei Tartari parla di un giovane tenente, Giovanni Drogo, che viene assegnato ad una fortezza isolata e solitaria, ai confini di un immenso deserto ricoperto di rocce bianche.

Il giovane soldato, appena giunto alla magione, sulle prime ha timore di prestare servizio in quel posto tanto scomodo: avverte qualcosa di tetro e poco chiaro tra le mura vecchie ed arroccate. Tutto attorno c’è qualcosa di stonato. Poco a poco, però, si convince a rimanervi. Ci si ferma in pianta stabile. E così, senza accorgersene, Giovanni scivola in una ragnatela invisibile, silenziosa e terrificante: s’abitua a quel disagio e come per uno strano sortilegio, l’angoscia iniziale si tramuta nel suo modo di vivere. La fortezza diventa la sua galera.

Ma come posso capire cosa significhi essere depressi? 

Ti starai domando: “OK Giuseppe, ma come può questo libro farmi capire cos’è la depressione?” Ebbene, se vuoi provare cosa significhi sentirsi depressi puoi leggere il deserto dei Tartari.

Per dartene un piccolo assaggio, ora facciamo un piccolo gioco di fantasia, confondendoci tra le fila militari della fortezza Bastiani, rispettando comunque la curiosità di chi ancora non avesse letto il libro.

Vuoi poter cogliere appieno il significato dell'articolo?

Ti piacerebbe poter capire a fondo l’articolo, impadronendoti dei suoi contenuti per utilizzarli nella vita di tutti i giorni? Ti consiglio allora di leggere anche questo breve articolo su “Come trasformare i contenuti che ti interessano in benessere pratico.”

Immagina di essere un giovane militare e, come Giovanni Drogo, oggi ti è stata recapitata una lettera per prestare servizio alla fortezza di confine…

Dopo una strada tortuosa e poco chiara, arrivi di notte al forte. Attorno a te c’è un umore depresso. Vieni accolto in malo modo e tutto sa di vecchio e poco curato. C’è un cupo silenzio e così sarà per quasi tutti i giorni.

La depressione è tristezza, vuoto, disperazione: nel fortino in cui sei capitato non si muove nulla.. si aspetta però. Cosa? Tutti aspettano con una nutrita speranza una guerra che non arriva.

Un movimento di cavalli e cannoni, uno scalpiccio di passi ostili, un evento che cambi radicalmente le cose: ma all’orizzonte è tutto fermo. Tu avverti la frustrazione e ne parli con i compagni che sono delusi tanto quanto te: qualcuno magari sembra che non ci dia peso, ma sta mentendo a tutti per sembrare sopra le righe. In verità, quel soldato è tra quelli che più di tutti spera che oltre gli sbarramenti si possa avvertire un colpo di artiglieria nemica.

Non cambia niente.

Ogni tanto l’argomento della guerra fa scatenare qualche zuffa verbale, ed allora la depressione si esprime in un moto aggressivo e lamentoso, che termina con un languore lento e ristagnante. Non c’è movimentoLe ore nella fortezza sono interminabili e sembrano tutte uguali: per te tutte orrende. Non te ne sei accorto e sono passati anni da quando sei arrivato a quel reggimento. Ormai non hai più interessi: non più un vero divertimento, ne uno svago che ti faccia sentire davvero bene. 

Ogni tanto ripensi alla vita lasciata alle spalle per impegnarti nella milizia: un sospiro nostalgico, ma se ti chiedessero di tornare indietro non ti alzeresti comunque dal tuo letto, che ora ha preso la tua forma. A pranzo si mangia per noia o non si mangia affatto: forse il cuoco ha cucinato anche bene qualche volta, ma tu non te ne sei accorto.

Non avverti più i piaceri.

Lo hai capito ricordandoti di quella ragazza, dai riccioli scuri a cui facevi un tempo la corte. Adesso non sapresti neppure trovare le parole adatte per intrecciare un buon discorso: figurarsi farci l’amore. Ogni attività è senza sapore e tu sei sempre stanco e svogliato.

La notte torni nella tua stanza: sempre uguale e sempre la solita. Non riesci a dormire, il sonno non arriva: oppure al contrario sei preso da una forte ipersonnia ed allora stai ore ed ore sveglio a pensare; ma a pensare a cosa? Pensi sempre alle solite cose, che vanno e tornano e girano in tondo dentro la tua testa. E tu non riesci a liberartene perché, dentro quella stanza monotona, quasi ti fanno compagnia.

Quando tocca il tuo turno di guardia prendi posizione tra le feritoie, ma poco a poco, non hai più quell’esuberanza iniziale: nel fare le scale per giungere agli avamposti senti una fatica nuova ed insolita. L’energia ti manca, tutto ad un tratto stai invecchiando rapidamente; e quando a fatica raccogli le forze per trascinarti fino al posto di guardia… eccolo, immenso e smisurato, davanti a te il deserto dei Tartari. Il deserto della tua depressione.


Dentro questa piccola storia sono raccolti i sintomi del disturbo depressivo grave (o maggiore)

Ad un primo acchito si potrebbe pensare che sia solo un modo diverso o forse creativo di descrivere il disturbo depressivo: una licenza un po’ poetica (se vogliamo chiamarla a questo modo) per semplificare l’organico dell’articolo. Ma non è proprio così. Dietro la storia della fortezza Bastiani c’è un modo molto efficace di descrivere (e perchè no, mettere in allerta su) alcune forme di depressione.

Come spesso accade per molte patologie, una buona informazione e una risposta preventiva allo scatenarsi del malessere possono frenare o contenere la malattia prima che questa si sfoghi apertamente. La depressione può essere riconosciuta e colta prima che si scateni in maniera dilagante: ma occorre essere lucidi e preparati. Su cosa? Beh, prima di tutto su noi stessi. 

Così una pagina lentamente si volta, si distende dalla parte opposta, aggiungendosi alle altre già finite, per ora è solamente uno strato sottile, quelle che rimangono da leggere sono in confronto un mucchio inesauribile. Ma è pur sempre un’altra pagina consumata, signor tenente, una porzione di vita.”

[Dino Buzzati, “Il deserto dei Tartari”]

Un supporto psicologico può essere la soluzione ai nostri problemi. Inoltre, la lettura può aiutarci a riconoscere la depressione. Come si è detto prima, e come dico anche nel mio libro “Una vita da favola”, leggere può essere di grande aiuto nel comprendere alcune caratteristiche psicologiche personali. Questo ci aiuta a riflettere su alcune sfumature del nostro io che se vissute direttamente, potrebbero essere troppo forti per poterci ragionare su. Insomma, i libri piantano dentro ognuno di noi piccoli semi perchè i deserti vengano coperti da spazi verdi di crescita, serenità e speranza: “Il deserto dei Tartari” è un ottimo inizio! 🌿

 

A presto,
Giuseppe M.