Chi ha avuto (almeno una volta) obiettivi molto ambiziosi alzi la mano!

Immagino siamo in molti: sogni, desideri, speranze. Ogni persona, nel corso della sua vita, ha pensato o fantasticato in grande! Una dieta sana ed equilibrata, l’abbonamento in palestra, quella casa sul mare o quel lavoro perfetto! La to do list potrebbe essere infinita: fitta come le stelle cadenti a S. Lorenzo!

Poi succede che, spesso, purtroppo, i sogni s’infrangono. Tanti si stoppano, alcuni non vedono neppure la luce! Come mai? Perchè tante volte non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi più interessanti? Ebbene: prima di tutto dobbiamo fare una distinzione!

  • Talvolta ci prefiggiamo mete inarrivabili – e lì forse occorrerebbe fare i conti con i nostri limiti!
  • Altre volte, però l’obiettivo è chiaro e fattibile! Esistono scopi o vittorie che molti altri hanno raggiunto e conquistato eppure – per qualche motivo – a noi sembra così difficile!

Ecco, proprio per quel genere di risultati, esiste una formula per aiutare gli audaci che desiderino perseguire i loro obiettivi! In questo articolo ti spiego il metodo utilizzato da Freedman e Fraser!

Il percorso per raggiungere il traguardo: mi raccomando, guida con prudenza!

É il 1966, siamo in California e le auto sfrecciano lungo le strade tutte uguali, disseminate di villette bianche e dai giardini identici. Siamo in un quartiere tranquillo, dove i residenti vivono serenamente, con una routine pacifica. Il tipico incipit del film americano.

Insomma, loro stanno bene: non vogliono scocciature!

Un giorno, però, bussano alla porta:

«Salve, sono Jonathan Freedman e lui è Scott, Scott Fraser il mio collega. Facevamo un giro lungo il quartiere e ci siamo accorti di quante macchine passano ogni giorno. E a che velocità! Così, volevamo proporle d’installare nel suo giardino un gran cartellone con la scritta “Guidate con prudenza!”. Ebbene, che ne pensa?»

SBAM! Una fragoroso fracasso accompagna la porta che si chiude di nuovo, anche in maniera maleducata! Non è la prima, non sarà l’ultima. L’83% delle persone a cui è stata fatta la medesima domanda hanno risposto in modo negativo!

C’era da aspettarselo e difatti, i due esperti di psicologia sociale hanno ben chiaro il concetto di “dissonanza cognitiva”. Cos’è la dissonanza cognitiva? È – come suggerisce bene la parola – quello stacco disarmonico tra il nostro modo di vedere le cose e ciò che la realtà ci propone. Insomma, quando il cervello s’imbatte in stimoli incoerenti con il nostro vocabolario cognitivo, va in tilt! Le prova tutte per non sforzarsi e risparmiare energia (Qui un articolo per approfondire).

Cosa possiamo imparare da tutto questo? Che chiedere troppo e subito a noi stessi porta spesso al fallimento. È proprio una questione neurobiologica. Siamo fatti per pensare in grande, ma non siamo allenati a lavorare su grandi progetti. Come fare allora?

Come raggiungere i nostri risultati: un adesivo alla volta…

Due settimane prima di Jonathan e Scott, un loro collaboratore si fermava presso altre abitazioni della zona. Bussava e con gentilezza diceva:

«Salve, sono un volontario di un’associazione per la guida sicura. Ha visto quante macchine passano di qui ogni giorno? E a che velocità? Ecco, volevo chiederle la cortesia di appiccicare sul vostro steccato o sulla cassetta della posta questo piccolo adesivo con la scritta “Guida sicura”. Accetta?»

… Un adesivo? Poca cosa. La maggior parte delle persone accettava di buon grado di applicare un piccolo appicchino sulla ringhiera o al palo della luce di fronte a casa. Ecco, però, che due settimane più tardi erano proprio Jonathan e Scott a suonare a quel campanello e proporre (anche a queste abitazioni) lo stesso cartellone che aveva riscosso tanto poco successo tra coloro che non erano stati prima raggiunti dall’adesivo.

Cosa è accaduto? Che il 76% delle persone che avevano accettato di esporre prima l’adesivo, avevano consentito anche l’installazione successiva del cartello!!

Grandi progetti, a piccoli pratici passi: ecco la tecnica di Freedman e Fraser

Come sono riusciti Freedman e Fraser nel loro intento? Hanno scavalcato la dissonanza cognitiva. Hanno “imbrogliato” la mente. Un gesto semplice, che richiede poca fatica, verrà letto dal cervello come innocuo. Così, senza accorgersene, la mente comincerà a fare dei pratici piccoli passi verso il nostro obiettivo.

Certo, la fine, il traguardo è molto lontano: ma la strada piano piano si accorcia. Non si può d’altronde chiedere a una quercia di diventare un albero forte e rigoglioso da un giorno con l’altro; si parte sempre da una piccola ghianda! Occorre suddividere le nostre mete in tanti step, scorporare gli obiettivi e renderli semplici, alla portata della “nostra pigrizia”. Piccoli gesti semplici e costanti, perchè la costanza premia. Ma la costanza va allenata: non motivandosi o caricandosi di mantra o frasi fatte, ma conoscendo appieno le funzioni della nostra psiche per aiutarla nel suo processo di crescita!

A presto,
Giuseppe M.