Oggi parliamo di disturbi alimentari. Tra le differenti patologie riportate nel DSM-5 (il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali) ve n’è uno particolarmente curioso, chiamata PICA: esso consiste nell’ingerire in modo persistente sostanze non commestibili. Vediamola assieme!

Questa è una gazza ladra!

La gazza ladra deve il suo nome all’abitudine d’impossessarsi di tutto ciò che brilla e luccica: dai pezzetti di stagnola, ai frammenti di vetro, fino agli oggetti di valore! Il perchè di questo vizio è da ricercarsi nell’immenso amore che il maschio nutre nei confronti della compagna. C’è da sapere infatti che i due sono davvero molto legati. Basti pensare che fanno assieme il nido e ogni rametto viene posato assieme: uno tiene in posizione il ramoscello e l’altro lo intreccia. ❤ Gemme e brillanti? Sono un regalo che il maschio fa alla compagna per adornare il giaciglio. Vista così, anche il furto sembra meno illecito, vero?
Ciò nonostante, il fatto rimane! E la gazza ladra vola di luccichio in luccichio raccogliendo tutto ciò che brilla e che di solito… non si mangia! Per questo motivo al disturbo alimentare caratterizzato dall’ingestione di sostanze senza contenuto alimentare viene dato il nome latino della gazza ladra, ovvero PICA (al femminile).

Cos’è la PICA?

La PICA è un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione. Si contrassegna per l’ingerimento di sostanze non commestibili. Tipo? Stoffa, capelli, lana o terra! Questo comportamento alimentare deve persistere per alimento un mese ed ovviamente non deve essere una pratica culturalmente sancita o normata. In alcune popolazione, difatti, mangiare terra può avere un valore spirituale, medico o sociale: in un contesto simile, nutrirsi di terra non è considerato PICA.

Cosa ingerisce chi ha una PICA?

Solitamente, le sostanze ingerite tendono a variare con l’età. Inoltre, per evitare diagnosi affrettate si tende a considerare il disturbo dopo i 2 anni di età (i bambini hanno un po’ la tendenza a mettere in bocca tutto!). Sapone, unghie, borotalco e carta! Stoffa, carbone, amido o gomma… sono solo alcune delle sostanze che vengono ingerite. Il disturbo non risparmia neppure la gravidanza e può presentarsi assieme alle tipiche voglie. Ad esempio, oltre al desiderio di fragole o cioccolata 🍓🍫, chi soffre di un disturbo dell’alimentazione PICA può desiderare un cubetto di ghiaccio o addirittura un pezzo di gesso!

Quali sono i fattori scatenanti e quali sono le conseguenze?

Solitamente, la PICA si verifica durante il periodo dello sviluppo e comunemente l’esordio avviene in età infantile. Ciò nonostante, vi sono casi riportati anche in adolescenza e in età adulta: spesso in un contesto di disabilità intellettiva o altri disturbi mentali. Come già accennato, un disturbo alimentare di questo tipo è stato diagnosticato anche durante alcune gravidanze. Pare non vi sia una particolare differenza tra il genere: la PICA colpisce sia maschi che femmine. L’abbandono, la mancanza di controllo e il ritardo dello sviluppo aumentano il rischio di questa condizione.

La PICA può compromettere in modo significativo il funzionamento fisico. Spesso il paziente non riferisce il deficit e si viene a conoscenza del disturbo a seguito di complicazioni cliniche generali. Esempi possono essere problemi legati all’ostruzione o alla perforazione intestinale; infezioni come toxoplasmosi o toxocariasi; avvelenamento… dovuto spesso all’ingestione di vernici a base di piombo!

Certamente la PICA è un disturbo alimentare davvero curioso, ma questo non sminuisce la serietà della patologia. Se diagnosticata, la PICA va seguita tramite un responsabile progetto di cura.

Gli ingredienti principali di questo percorso?

A presto,
Giuseppe M.