L’inquinamento, si sa, influisce in modo significativo sulla nostra salute fisica. Esiste una ricca letteratura in merito, che spiega con estrema precisione quali siano i danni e le conseguenze di un mondo “sporcato dall’irresponsabilità dell’uomo”. Ci siamo però chiesti se, oltre ai danni fisici, l’inquinamento possa anche alterare la nostra salute mentale?

Ecco alcune riflessioni in merito.

Il mondo sta cambiando: anche a causa nostra…

Strade lastricate di rifiuti, mari ricolmi di plastica, cieli imbrattati di tossine – persino al polo o sui monti più alti sono state trovate tracce dell’inquinamento dell’uomo. Il mondo cambia, le modificazioni fanno parte della fisiologia del pianeta Terra e tuttavia, non possiamo negarlo, la nostra influenza (negativa) incide particolarmente sui cambiamenti in corso.

Le terre avvelenate dalla nostra irresponsabilità si ammalano così di un cambiamento climatico repentino e troppo rapido – persino per l’uomo. E così anche il Climate change influisce certamente sulla nostra salute fisica. Le ricerche non lasciano scampo. Ma sulla salute mentale? Che conseguenze ci sono? Eccone alcune, riportate come esempio:

«Circostanze estreme hanno un’azione immediata sulla biologia cellulare, alterando ritmi biologici, neurotrasmettitori e ormoni. In molti studi, l’innalzamento delle temperature è stato associato all’aumento di propensione all’aggressività, con una crescita della violenza, del crimine e dell’instabilità sociale in una data comunità»
(Massimo Biondi, Prof. di Psichiatria alla Sapienza di Roma – Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale del Policlinico Umberto I)

Quando non riconosco più il mio mondo… chi sono io?

L’uomo è un essere gettato nel mondo: la sua vita naturale si basa sulle possibilità che riesce ad individuare all’interno degli spazi nei quali vive. Insomma, noi nasciamo e cresciamo in un determinato contesto entro il quale ci muoviamo. Impariamo, conosciamo, sperimentiamo e quindi ci esprimiamo a seconda delle circostanze ambientali nelle quali abitiamo.

  • Non possiamo essere pescatori in mezzo al deserto;
  • Non scegliamo di lavorare come manager in un paesino di alta montagna;
  • Avremmo molte più probabilità di diventare agricoltori nelle valli della pianura padana, piuttosto che in centro a Manhattan.

Ma cosa accade se il clima cambia? Cosa succede se la terra che conoscevamo, s’infetta o si modifica tutt’a un tratto!? Accade che non riconosciamo più il posto a cui eravamo abituati. La confusione dell’esperienza si ripercuote sulle nostre possibilità nel mondo.

  • A cosa va incontro il ristoratore che non può più garantire un prodotto genuino?
  • Cosa potrà pensare il bagnino di una spiaggia di liquami?
  • Come potrà sopravvivere il direttore di quella filiale di riso, quando per tutto l’anno non ha piovuto?

Tutto questo ha un’enorme ripercussione a livello mentale. La nostra salute psicologica dipende in modo diretto dal mondo che abitiamo. Ecco, allora, le conseguenze indirette, ma pericolose dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. Disturbi post-traumatici da stress, elaborazioni dei lutti e fratture identitarie sono solo alcuni degli effetti che può avere l’inquinamento sulla psiche.

Quando tutto ciò che conoscevo non esisterà più, come potrò orientarmi?
Quando mi sentirò estraneo nella mia stessa casa, come potrò agire?
Quando non saprò più scegliere, cosa resterà di me?

Scegliamo ora, che possiamo – ancora – con responsabilità.

A presto,
Giuseppe M.